Chi era Umberto II?
Umberto II di Savoia, conosciuto come “Re di Maggio” per il suo breve regno di soli 34 giorni, è nato il 15 settembre 1904. Figlio di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, è stato l’ultimo Re d’Italia, il cui regno si concluse con il referendum del 2 giugno 1946, che sancì la fine della Monarchia e l’avvento della repubblica Italiana.
Quest’anno, 2024, ricorre il 120° anniversario della nascita di Umberto II, una figura che, pur avendo avuto un ruolo limitato nella storia politica italiana, ha lasciato un segno indelebile per il suo contributo alla storia del Paese.
La vita di Umberto II: dall’infanzia al trono
Nato a Racconigi, in Piemonte, Umberto crebbe in un ambiente strettamente legato alle tradizioni monarchiche sabaude. La sua formazione militare e politica fu rigorosa, destinata a prepararlo al ruolo di futuro sovrano. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ricoprì incarichi militari di rilievo, anche se fu tenuto lontano dai ruoli decisionali a causa della forte personalità del padre, Vittorio Emanuele III.
Nel 1944, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Vittorio Emanuele III cedette il potere effettivo a Umberto, nominandolo Luogotenente Generale del Regno. Fu però solo l’11 maggio 1946 che Umberto salì ufficialmente al Trono con il nome di Umberto II, a seguito dell’abdicazione del padre.
Il “Re di Maggio”: un regno breve ma significativo
Il Regno di Umberto II fu brevissimo, durato solo dal 9 maggio al 13 giugno 1946, ma cruciale per la storia del Paese. In questo periodo si tenne il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, che chiese al popolo italiano di scegliere tra monarchia e repubblica. Con la vittoria della repubblica, Umberto fu costretto a lasciare l’Italia e partì per l’esilio in Portogallo, dove visse per il resto della sua vita.
Nonostante la brevità del suo regno, Umberto II si distinse per il suo senso del dovere e per il suo tentativo di mantenere l’unità del Paese in un momento di forti divisioni. Anche dopo la sconfitta del referendum, con i numerosi brogli elettorali che si crearono, accettò il verdetto con dignità, cercando di evitare ulteriori conflitti.
L’esilio e la figura di Umberto II dopo il regno
Dopo la proclamazione della repubblica, Umberto II si trasferì in Portogallo, a Cascais, dove visse in esilio fino alla sua morte, avvenuta nel 1983. Durante i suoi anni in esilio, il Re mantenne un basso profilo, pur continuando a sostenere la causa monarchica in Italia.
Umberto II non fece mai ritorno in patria a causa delle leggi repubblicane che vietavano l’ingresso in Italia ai membri maschi di Casa Savoia. Solo nel 2002, molto tempo dopo la sua morte, questa legge fu abolita, permettendo ai discendenti della famiglia reale di tornare nel Paese.
L’eredità di Umberto II: la figura di un Re dimenticato?
A 120 anni dalla sua nascita, Umberto II rimane una figura ambigua nella storia italiana. Per molti è stato un sovrano che non ha avuto il tempo di dimostrare le sue capacità, travolto dagli eventi storici che segnarono la fine della monarchia. Per altri, è stato un Re sfortunato, costretto a cedere il passo a un cambiamento irreversibile nella storia del Paese.
Ciò che è certo è che Umberto II rappresenta una parte importante della storia contemporanea italiana, e il 120° anniversario della sua nascita offre un’opportunità per riflettere sul ruolo che la monarchia ha avuto nella costruzione dell’Italia moderna.
Umberto II e la cultura italiana
Nonostante l’esilio, Umberto mantenne un forte legame con la cultura e la tradizione italiana. Era un grande appassionato d’arte e sostenne diverse iniziative culturali e benefiche durante tutta la sua vita, anche lontano dalla patria.
Nel corso degli anni, la figura di Umberto II è stata rivalutata da storici e studiosi, che vedono in lui un monarca che, pur non avendo avuto la possibilità di governare a lungo, ha incarnato con dignità la tradizione sabauda. Questo anniversario rappresenta un’occasione per riscoprire la sua vita, le sue scelte e il suo contributo alla storia del Paese.